Fascismo islamico by Carlo Panella

Fascismo islamico by Carlo Panella

autore:Carlo Panella [Panella, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-10-28T16:00:00+00:00


Culto erotico della morte

In Palestina, durante l'Intifada delle stragi lanciata da Yasser Arafat nel 2000, la notizia dell'esplosione di un kamikaze è stata spesso accolta dai suoi stessi parenti con gioia e letizia e sono state organizzate feste nuziali con la morte. La famiglia, abbigliata a festa, ha ricevuto tutti i vicini, distribuito i dolci tipici del matrimonio, mentre la madre del morto intonava il canto con cui, nei banchetti nuziali, è uso che essa accolga la sposa.71 Queste scene sono state riportate dai media internazionali, ma trattate alla stregua di strani riti orientali, quasi fosse folklore.

Il mondo politico europeo ha reagito alle stragi kamikaze della seconda Intifada palestinese e a quelle successive in Iraq considerandole la terribile conseguenza di una normale logica di guerra. In qualche caso si è arrivati al punto di giustificarle, come fece il senatore Giulio Andreotti commentando in Parlamento, il 3 aprile 2002, il gesto di Ayat al Akhras che il 29 marzo 2002 si era fatta esplodere nel mercato Supersol, nel quartiere di Kiryat Yovel a Gerusalemme: «Non accetto moralmente di mettere sullo stesso piano il miliardario Bin Laden con la povera ragazza che con una bomba si è immolata. Se fossi stato in un campo profughi da cinquant'anni, con la mia famiglia, i miei figli, non avrei avuto bisogno dell'aiuto dell'Iran per trasformarmi in un uomo-bomba. Starei attento a mischiare questo fenomeno con quello del terrorismo».72

Questa presa di posizione disprezza il fatto che la vittima di Ayat fosse una sua coetanea ebrea di diciassette anni, entrata in quel supermercato a fare shopping. Evidentemente il senatore Andreotti non è stato stimolato a riflettere sul vero scandalo del gesto di Ayat, la quale - qualsiasi fossero le sue motivazioni - ha esercitato il suo potere di morte su una adolescente ebrea, del tutto innocente. La pratica palestinese dell'omicidio voluto, freddamente deciso, non accidentale, di civili innocenti, spesso bambini, risulta qui, come in cento altri casi, non notata, ignorata. Ma Andreotti, così come tutti coloro che giustificano il terrorismo palestinese con l'occupazione militare israeliana, non ha voluto prestare orecchio alle tante autorevoli voci palestinesi che spiegano come la pratica dei kamikaze risponda innanzitutto a un imperativo religioso, a un culto della morte, che non è affatto motivato dalla lotta per la liberazione della Palestina, che ne fornisce solo il contesto.

Vorremmo proporre qui il testo di un dialogo andato in onda il 9 giugno 2002 sulla televisione ufficiale dell'Anp, nel corso di un talk-show pomeridiano. Le due voci sono quelle del conduttore della trasmissione e della sua ospite, una ragazzina di quattordici-quindici anni, di nome Wala'.



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